1   www.CANSANO NEL MONDO.it1

 

8 FEBBRAIO 1908-8 FEBBRAIO 2008
CENTENARIO DELL'AUTONOMIA DEL COMUNE DI CANSANO


CARI CANSANESI IL GIORNO 08 FEBBRAIO2008 RICORREIL CENTENARIO DELL'AUTONOMIA DEL COMUNE DI CANSANO,
L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE PREPARA L'EVENTO CON UN CONSIGLIO STRAORDINARIO.

IN QUESTA PAGINA IL FOGLIO ORIGINALE DELLA PRIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE CON TRADUZIONE

QUALCHE SPUNTO DI RICERCA IN OCCASIONE DELL'EVENTO

c

Deliberazione del Consiglio Comunale di Cansano Seduta straordinaria


 Seduta pubblica in prima convocazione, regnando Sua Maestà Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'Italia. L' anno millenovecentootto addì otto del mese di Febbraio alle ore 9 am. in Cansano e nella consueta sala delle adunanze consiliari. Convocatosi il Consiglio per determinazioni del Commissario ed a norma dell'Art. 120 : della legge testo (unico) 4 Maggio 1898 n. 164 si è riunito in sessione straordinaria ed in seduta :pubblica.
Procedutosi all ' appello nominale risultarono intervenuti:
1 Di Gregorio Giosuè, 2 Di Gregorio Salvatore, 3 D' Orazio Antonio, 4 Guadagnoli Francesco, 5 Sancristoforo Alessandro, 6 Di Giallonardo Giovanbattista, 7 Di Gregorio Donatantonio, 8 Di Paolo Rocco, 9 Di Giacomo Giuseppe,
10 Pellegrini Pasquale,11 Di Giacomo Pietro, 12 Di Giacomo Nicola, 13 De Santis Carmelo, 14 De Santis Domenico,
15 De Santis Fabbio
,
Paurici Vincenzo, Segretario. 
Trovatosi che il numero dei presenti è legale giusta il prescritto dell'Art. 122 della legge suddetta per essere la prima convocazione il Signor Commissario Dottor Samuele Pugliese ha  assunto la presidenza ed ha. aperta la seduda, alla quale assiste l'infrascritto Segretario.
 Il Signor Commissario espone che li sistema costante della passata ammmlstrazlone comunale di Campo di Giove era quello di preventivare le entrate in misura maggiore del loro gettito reale e di non segnare in bilancio tutte le spese necessarie per la vita amministrativa  municipale. Da ciò l' enorme disavanzo che obbligò alla vendita delle Polizze, oltre lire sessantamila,  e un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti in corso di estinzione, oltre i residui passivi vaganti tuttora di bilancio in bilancio per l' ammontare di circa lire tredicimila. Il Sia al nuovo Comune di Cansano l'esperienza del passato di ammaestramento e di monito raccomandando il Signor Commissario, ai primi amministratori del Comune, concordia e  onestà d'intenti, e nel nome dell'Augusto Sovrano Vittorio Emanuele III, dichiara insediato il " nuovo Consiglio Comunale di Cansano.  Consigliere anziano Signor Di Gregorio Giosuè, nell ' assumere la presidenza del consiglio, dichiara cedere la parola al Consigliere signor Alessandro Sancristofaro, il quale rivolge anzitutto il pensiero e il saluto al nostro Re. Rispondendo quindi al Signor Commissario  propone che la nuova amministrazione comunale si riserva di provvedere un memoriale per mostrare le ragioni di Cansano in relazione alla divisione con Campo di Giove. Rivolge in pari  tempo ringraziamenti all'Illustrissimo Signor Prefetto e Sotto Prefetto, all'Onorevole De  Amicis, al Marchese Vincenzo Mazzara, che tanto si adoperarono per l' autonomia di Cansano,  il quale chiamato a nuova vita con la concordia e tranquillità cittadina saprà mettersi a livello dei paesi civili.
 Il Presidente comunica doversi in questa prima riunione nominare il Sindaco pel nostro
nuovo Comune, al quale fu alfine ridonata la sua antica autonomia. Quindi in base all'Art.141 della vigente Legge Comunale e Provinciale invita I' adunanza a procedere a siffatta elezione,
facendo all 'uopo distribuire le schede relative.
Ritirate le schede e deposte nell 'urna, il Signor Presidente con I' assistenza del Consiglieri
Signori Guadagnoli Francesco, Di Paolo Rocco e Di Giallonardo Giovanbattista ne ha proclamato
l'esito seguente: il Signor Di Gregorio Salvatore fu Aureliano riportò voti unanimi, sul quale I' adunanza dichiara non esservi incompatibilità di sorta.

Letto il presente verbale al alta ed intelligibile voce, viene approvato da tutta l' adunanza e firmato dal Presidente, dal Membro anziano e da me sottoscritto Segretario in conformità dell'Art. 276 della ricordata Legge.
Il Presidente                  Il Membro Anziano       Il Segretario Comunale
F/to G. Di Gregorio        F/to S. Di Gregorio        F/to Vincenzo Paurici

 

 

PERIZIE TECNICHE E DOCUMENTI ANTICHI;
LA CONTROVERSIA PER IL CONFINE TRA CAMPO DI GIOVEE E CANSANO
(DI RAFFAELLA DI MUZIO E ANTONIETTA TROZZI)

 DALL’ARCHIVIO DI STATO DELL’AQUILA E SEZIONE DI SULMONA
DAL LIBRO CAMPO DI GIOVE NELL’OTTOCENTO

L'edizione dell'opera è stata possibile per interessamento della Regione Abruzzo -Centro Servizi Culturali di Sulmona e dell'Amministrazione Comunale di Campo di Giove. Legge Regionale n° 56 del 1993 sulla promozione culturale
Il volume è stato realizzato con la collaborazione del personale dell'Archivio di Stato dell'Aquila e sezione di Sulmona. Finito di stampare nel mese di dicembre 1997 Casa Editrice Tinari

Il 22 maggio 1904, con legge dello Stato N. 204, il paese di Cansano ottiene l'autonomia dal Comune di Campo di Giove: tale provvedimento pone fine a una storia secolare di controversie tra i due paesi. Fin dal 1561, infatti, come attesta un atto rogato dal Notaio Bernardini, essi avevano in comune una parte di ter­ritorio destinata al pascolo, e se ne contendevano l'uso. IL primo documento qui trascritto, redatto dall'inge­gner Luigi Franchi, perito agrimensore, porta il tito­lo di Relazione sulla separazione di territorio fra i Comuni di Campo di Giove ed il riunito Cansano. La prima questione che si pone per I' attuazione del­l'autonomia di Cansano, infatti, è quella di fissare in maniera definitiva e risolutiva la linea di confine: nel-l'ottobre del 1904, è nominato, a talfine, I'ingegner Franchi. Il lavoro del Franchi sembra inizialmente doversi svolgere senza particolari difficoltà: le parti, infatti, sono d'accordo nell'utilizzare come linea di confine quella tracciata in un'antica pianta de11779. I problemi sorgono, però, quando il Franchi si accorge che molti dei punti segnati sulla carta non sono rintracciabili sul campo: si pone, perciò, I' esigenza di far riferimento ad altri documenti antichi, che il perito rinviene presso l'Archivio di Stato a Napoli e in quelli Provinciali di Aquila e Chieti. Nel frattempo, sopraggiunto l'inverno, i lavori di rilievo devono es­sere interrotti a causa del maltempo. Ma a primavera una brutta sorpresa attende l'ingegnere: a causa della lentezza con cui procede il suo lavoro, la Prefettura decide di sollevarlo dall'incarico, e solo in seguito alle sue rimostranze torna a conferirglielo. Dopo queste alterne vicende, i lavori a Campo di Giove riprendono finalmente il 10 luglio del 1905, e vanno avanti per tutto il mese. il Franchi è un tecnico, e squisita­mente tecnica è la sua relazione: tuttavia, il suo lavoro va spesso oltre la pura misurazione di angoli e linee, e si risolve in un' operazione, che potremmo definire filologica, di indagine e interpretazione di documenti antichi, nei quali egli cerca di rintracciare elementi utili alla definizione della linea di confine. 1n questo senso, la sua diviene anche una lotta contro il tempo, che tutto distrugge,come nel caso di quei termini di confine che egli trova, in una perizia dell ' agrimensore Nicola Ventresca, riferiti .'ad alberi grandi  di faggio, che più non esistono, e che furono distrutti dal tempo ". Tra i documenti analizzati dal Franchi e allegati alla sua relazione, di notevole interesse risulta la Memoria del Sindaco pro tempore Teodoro Nanni, esibita alla Corte nel 1782 per reclamare contro I' occupazione fatta dai Pacentrani nel territorio di Campo di Giove. In essa, vengono ricostruite, a partire dall'anno 1681, le vicende delle "continue usurpazioni, attentati, e violenze " incorsi tra le due vicine Università e si citano scritture antichissime, quali un pubblico istrumento stipulato nell ' anno 1356 dal Notaio Benedetto e un atto del Notaio Minardis di S. Giorgio datato 1487, a testimonianza dei tentativi fatti anche nel passato più remoto per porre fine ai contrasti che inquietavano i due Comuni. Il lavoro di ricerca documentaria del Franchi è oggetto delle aspre criti­che che gli abitanti di Cansano gli muovono nelle Os­servazioni alla relazione Franchi sulla delimitazio­ne dei confini tra Campo di Giove e Cansano, datato 10 giugno 1906. Con tono veemente e a tratti sarcastico, i rappresentanti di Cansano accusano il perito di essere andato ben oltre I' incarico a lui affidato, che era quello non di interpretare i documenti, ma semplicemente di rintracciare con criteri tecnici la linea di confine. Il lavoro del Franchi è ritenuto dunque "pieno di inesattezze e alterazioni", di "vaghe parole ", di errori spesso frutto della sua fantasia, dettati dalla volontà di ergersi " ad arbitro delle parti con criteri soggettivi ed errati ". Per tali ragioni, viene richiesto un secondo perito che verifichi e corregga il suo lavoro. La richiesta di Cansano viene accolta, e il Catasto incarica un altro perito agrimensore, I' ingegner Lorenzoni, di rivedere il lavoro contestato del Franchi e di rintracciare sul terreno la linea segnata dal perito di Fiore sulla pianta antica, come risulta dal Bilancio in cui vengono ripartite le spese spettanti a Campo di Giove e Cansano per la separazione dei due Comuni. Il Lorenzoni difende in parte I' opera del Franchi, in parte, invece, vi apporta delle modifiche. Le conclusioni della sua perizia sono esposte nella Relazione del Commissario Prefettizio Samuele Pugliese.
 I documenti sono conservati presso I' Archivio di Stato di Aquila.

Comune di Campo di Giove Confinazione per separazione di territorio fra Campo di Giove ed il riunito Cansano, elevato quest'ultimo in comune autonomo.
 MEMORIA DEL SINDACO PRO TEMPORE TEODORO NANNI CHE ESIBISCE ALLA CORTE RECLAMANDO CONTRO L'OCCUPAZIONE FATTA DAI PACENTRANI NEL TERRITORIO DI CAMPO DI GIOVE.
A di 18 Luglio dell'anno 1681 comparve l'Università di Campo di Giove nella Regia Camera della sommaria: esponendo, che rattrovandosi nel pacifico possesso di vari suoi territori confinanti coll'Università di Pacentro, la di cui finale era con termini naturali, e manufatti circoscritta, a norma dell'Istrumento di accordo dell'anno 1356; pure che l'ingordigia dell'Università, ed uomini di Pacentro al continuo tenevala inquietato, e pretendeva da tal possesso perturbarla, per cui avendo dimandato gli ordini opportuni, riportò quei diritti alla Local Corte affinche verificato l'esposto non facesse turbarla, ed in caso di controvenzione ne ac­castasse informo, per quindi trasmetterlo in Regia Camera, senza frattanto far rinnovare cosa alcuna con­tro l'enunciato strumento. Questi ordini osservatisi nella local Corte di Campo di Giove delegata la stessa querela dell'Università di Campo di Giove accastò informazione contro dodici persone di Pacentro che di notte tempo ed armata mano ripresagliato avevano alcuni animali de' cittadini di Campo di Giove nel loro proprio dominio. Infatti coll'esame di quattro testimonii forastieri, e prat­tici de' luoghi venne con testamento provato il posses­so di Campo di Giove in quei locali allora noti, che riconobbero nella pianta gli venne esibiti dal Gover­natore sulla faccia del luogo e propriamente nel locale denominata terra Alba, dove eransi da essi commessi gli attentati con atti irretrattabili di ferite contro Domenico Morelli di Canzano; chi puranche venne esaminato, e rattifico le querele dall'Università esposta. Indi ad istanza della stessa Università di Campo di Giove a 5 ottobre 1684, ecco quello fu ordinato citra prejudicium paenarum incursarum trasmittantur informatio ut Supra Capta, et omnia acta praedicta ad Regiam Cameram adfinem,. et interim pro executione provisionum Regiae Camerae fiat ordo Universitati, et Civibus Terrae Pacentri quodam audeant turbare
Universitatem exponentem in possesione et contra solitum nihil innovare faciat donec aliter per Regiam Cameram fuerit provisum. Notificatosi questo Decreto a Pacentro questa ad isfuggire la criminalità, propriamente la quistione di domi­.nio, replicò di non doversene tener conto, perche fatto ipsa inaudita nell'accesso, e che tanto meno incorsa era nella riferita criminalità; giacche asserì essere la represaglia descrita nel suo proprio territorio. Trasmessi gli atti in Regia Camera; perche subotorò questa i continui attentati si commettevano da Pacen­tro, ordinò alla Regia Udienza, che non facesse molestare nel possesso de' menzionati Territorj l'Universi­tà di Campo di Giove da Pacentro, e che niente s'inno­vasse su gli antichi confini. Non contenti però gli uomini di Pacentro di aver per la prima volta inquietato gli uomini di Campo di Giove, vollero commettere un altro attentato, collo svellere un termino manufatto nel luogo detto Terra Alta, per cui esposane querela nella Regia Udienza Provin­ciale delegata dalla Regia Camera, questa vi mandò sulla faccia del luogo in anesso un suo Uditor D. Ono­frio Vignapiana accapò informo del nuovo delitto; ri­conobbe il fosso, era stato svelto il termino: ritrovò 10 stesso rovinato in una profondissima Valle da dove credette impossibile il poterlo ricondurre nel luogo antico atteso il peso di circa cantara quattro avera, ed il luogo disastroso ove era. A qual effetto dove nel-l'istesso luogo ritrarne altro, ed ordinò doversi Campo di Giove mantenere nell'antico possesso di quel terri­torio in queste parole,facto accessu de mandato Regiae Audientiae Aquilanae pro ut in commisis illoco, ubi dicitur Terra Alba subtur cisternam, ac visa et reco­gnita fovea cum elevatione termini finium inter Uni­versitates Terrae Campi lovis e Pacentri, nec non visis istrumentis, ubi sunt descripti alii termini inter Uni­versitates praedictas, et segnater terminas admotus esse illum, de quo instrumentum istum cantat, et deni­que visis depositionibus pluriùm testium expertorum locorum, fuit dictum, et provisum, quod praedictus terminus sublevatus, et admotus reponatur in pristinum locum, vel alius lapis pro termino in proprium locum, sive foveam supradicti prioris termini ex eo quia iste provisus terminus descendit in vallem nimiam profun­dam per milium circiter et ob ejus nimium pondus, fuit judicatus impossibilis suus regressus,. nec non pra­esenti decreto interponitur sub paena ducatorum 1000. Facto Regio tam Regimini dictae Terrae Pacentri, quam Canzani, et Campi lovis, de illum in futurum non immovendo a loco praedicto sub quovis praetextu, et colore,. citra prejiudicium confinantium," et interim dicta Universitas Campi lovis manu teneatur in sua legitima possessione, in qua ad praesens reperitur pasculandi, aquandi, et lignandi, ut a supra dictis documentis, una cum aliis et singulis praerogativis in dicto istrumento appositis verum Universitates prae­dictae confinantes habentes causam in contrarium compareant in Regia Audientia Provinciali, quoniam