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Angeli abruzzesi dall'Atlantico all'Adriatico
Il pittore
Domenico Di Giacomo
di Antonino Ciappina

Nella foto: “Ludi di angeli” (giochi di angeli) di Domenico Di Giacomo.

Si può far dell'arte, giocando? Si, quando a giocare sono degli angeli. Ce lo dimostra Domenico Di Giacomo, un artista del pennello originario di Cansano (L'Aquila), venuto in America nel 1961, ventiduenne, dopo  essersi preparato a vivere d'arte e di sogni presso l'Istituto Statale d'Arte di Sulmona (L'Aquila). Per ambientarsi, con atteggiamento pratico per l'autosufficienza economica,  si iscriveva al Technical Institute of Graphic Art di New York, conseguendone il diploma dopo quattro anni di frequenza, indi ben ferrato si iscriveva alla “Washington Art School”; scuola d'atre che fa parte dell'Università di Filadelfia, e compiuto il triennio richiesto, conseguiva la laurea con il massimo dei voti e la lode.
Il Cristo "Gigantesco" di cui si parla nell'articolo uscito il 26/5/2006
su America oggi

Ventinovenne, gli affari di cuore non aveva trascurato ed aveva condotto all'altare l'anima gemella in cui si era imbattuto: la moglie, Ottavia, con la quale condivide il focolare domestico al n.220 Malone Avenue, in Staten Island. L'arte vera e propria coltivando come “hobby”, passatempo, per sbarcare il lunario si dava e si dà tuttora alla pratica dell'arte litografica, ed è stato “Art Director” presso diverse aziende che della sua abilità e disponibilità hanno tratto giovamento.

Però, pur non trascurando l'attività artistica remunerativa per il tran tran quotidiano, l'Arte con l'A maiuscola non relegava al dimenticatoio, ma ad ogni ispirazione cercava di dar colore e dimensione e suoi lavori d'arte sono in gallerie varie: a Washington, Boston, Denver, Los Angeles, Vancouver, Toronto, Montreal, in Argentina, e qualcosa si trova a Londra, cosi come a Roma e Napoli.

Ebbene, nella cittadina natia, a Cansano, ha un Cristo gigantesco; quasi su misura con la sua nostalgia del suolo natio, ed a Cansano ha pure un quadro che è un rubacuore per grazia e genialità; appunto, angioletti intenti a giocare; i “ludi di angeli” cui alludevamo ad inizio di questa nota. Con il “Cristo gigantesco” e gli “Angeli intenti a giocare” ha scavalcato l'oceano, tracciando un ponte ... atlantico-adriatico!

E ciò basterbbe per segnalare questo figlio d'Abruzzo, che dà corpo e colore  ai sogni che gli desta il ricordo della sua terra, che con il suo nome latino originario: “Aprutium”, starebbe a significare aprico; solatio; aperto al sole; dal verbo “aperire”: aprire, dal quale deriva il nome del mese di Aprile, che apre la bella stagione. E con questa “nota di sole” poniamo fine a questa ... cronachetta comunitaria di alta levatura.