ACCELLERATO NEW YORK - GALLUP

Tra tanti nomi scritti sul finestrino lessi " New Mexico "e mi rassenerai quando il bigliettaio,
vedendo la mia annotazioen, sfogliò il suo librettino e finalmente mi  scrisse il prezzo da pagare.
Nel momento in cui lasciai il fagotto per prendere i soldi nella giacca, vidi una mano allungarsi sul pacco e
senza riflettere tirai un calcio, colpendo l'uomo in faccia e gridando " ladro, ladro " !
Due uomini dietro di me afferrarono Salvatore, gridando " Police, police";
mentre salivo sul treno, Salvatore fu portato via da due guardie. Un negro, che
lavorava a bordo dei vagoni, nell'accompagnarmi al mio sedile mise la mano sul
fagotto che avevo stretto tra le mie braccia, per metterlo sul portabagagli, ma
io gridai che lo avrei  tenuto con me. Sorpreso e sorridendo, il gigante negro se ne andò.
Due uomini che aveva incontrato sulla nave mi chiesero cosa era successo e 
mi assicurarono che i negri in servizio sui treni erano persone di fiducia.
Notai che i sedili ed il servizio erano migliori di quelli dei nostri treni.
I due italiani, nell'accorgersi che io con molta attenzione ascoltavo le
chiamate delle stazione d'arrivo, mi dissero che la mia destinazione era
distante almeno cinque o sei giorni di viaggio e mi consigliarono, quindi, di
dormire tranquillo. Mi fecero anche nortare che a fianco del mio sedile il
controllore aveva messo un cartellino di differenti colori. In America il
controllore avverte i passeggeri almeno 15 minuti prima dell'arrivo. Sul treno
non si moriva di fame: infatti, panini e frutta passavano ad ogni ora e quando
avevo bisogno di andare al bagno seguivo gli altri per essere più sicuro.
Arrivammo ad Albuquerque e, prima di scendere una signora mi diete la mano e
mi disse qualcosa che io interpretai come parole di buon augurio. Il treno si
fermava lì per due ore, così mi avviai a visitare un po' il paese descritto da
padre Antonio. A poca distanza, mi fermai in un bar a prendere un caffè e per
andare al bagno.  Il proprietario era un toscano; gli chiesi di Gallup ed egli rispose che 
era soltanto una sparsa borgata primitiva, a 80 miglia di
distanza, e che vi sarei arrivato durante la notte. Non apprezzai molto il suo disprezzo su Gallup.

FINALMENTE A GALLUP
Dopo due ore, lasciai la stazione ferroviaria di Albuquerque verso Gallup,
l'ultima tappa del mio lunghissimo viaggio. Il tempo piano piano incomincio' a
cambiare; d'improvviso ci trovammo nel mezzo di una tempesta.
Poco dopo arrivammo alla stazione di Grant, dove non pioveva più, però in terra c'era la
neve; più tardi mi sembrò di aver sentito qualcuno che annunciava la prossima stazione.
Udii il nome Gallup; anche se il controllore non mi aveva avvisato di
scendere, presi le mie cose e, quando il treno era fermo, nell'udire  " all
aboard " dal controllore, io uscii come un fulmine ed il treno partì di nuovo.
Mi trovai solo nel buio della notte. Tutto ad un tratto udii qualcuno correre
verso di me, chiamando il nome di Girardengo. Il cuore mi incomincio' a battere
di emozioni ed ebbi l'impressione che addirittura anche i capelli mi si fossero
drizzati in testa; infatti, Girardengo era il nome con cui mi chiamava mio
fratello Pietro. Preso dall'emozione, cominciai a correre anch'io e in pochi
istanti mi trovai abbracciato a mio fratello, che con grande emozione mi
copriva di baci. Nel buio, a questo abbraccio si unì anche quello di mio padre
Angelo e compare Giuseppe, che non avevo mai visto. Altri paesani arrivarono a
darmi il benvenuto e nel sentire il nome di Bartolomeo gli consegnai il 
misterioso fagotto, che avevo protetto da tante mani curiose.

CONTINUA...........