Storie di vita vissuta
DI
DONATO D'ORAZIO
  • Molto spesso vagando a ritroso sul nostro passato si possono riscoprire fatti, episodi, storie di vita vissuta che i problemi di tutti i giorni ci avevano fatto dimenticare. Non c`e` un essere umano che non abbia una storia da raccontare, e non c`e` sicuramente un emigrante che non abbia accumulato negli anni esperienze che vanno dall`inserimento alla nuova realta` dell loro vita, ai disagi morali e discriminatori che hanno dovuto subire. La storia che sto` per raccontarvi non va` precisamente su questa direzione, ma mette in evidenza la mia inesperienza giovanile su fatti e personaggi di cinquant`anni fa`. Questa esperienza mi capito` nei primi anni sessanta. Fu in quel tempo che io e mio padre decidemmo di cercare di comprarsi una casa.

Per essere aiutato in questa ricerca mi avvalsi dell`aiuto di una agenzia immobiliare che si chiamava " Colonial Realty co." situata allora nella sessantanovesima strada e quarta avenue in Brooklyn. Un agente della compagnia comincio` a mostrarmi tante case che erano in vendita a quel tempo. Ma per un motivo o un altro queste case erano per lo piu` diroccate e di urgente bisogno di ristrutturazione. Chiesi all`agente se era possibile vedere delle case piu` consono alle nostre richieste, lui mi rispose che c`erano poche, pero` se volevo, mi avrebbe portato a vedere una casa molto bella, e per quel tempo modernissima, situata sulla ottantacinquesima strada e undicesima avenue, ed aggiunse che costava al disopra delle nostre richieste e che il padrone era noto nella zona come il capo mafioso di quella sezione. Io che non avevo mai, ne` parlato ne tantomeno visto un mafioso, anche un po` intrigato da tutto questo, accettai di andare a vedere questa proprieta`. La sera seguente andammo a vedere questa casa, dal di fuori era una villa con dei bei balconi ed una scalinata di marmo con aiuole di fiori ai lati. Suonammo il campanello ed un vecchio signore Italo-Americano venne ad aprirci. Fu sin dal principio molto ospitale con noi, ci disse di prenderci tutto il tempo necessario per vedere la casa. L`Interno di questo palazzo aveva bel 16 stanze tutte moderne e ben mobiliate. Il giardino era grande ed accogliente, con un campo di bocce situato dietro due enormi garagi. Mentre guardavo tutte queste meravigliose stanze sbirciavo a destra e sinistra per cercare di vedere dove era questo famoso mafioso. Non ci riuscii, tanto e` vero che raggiunto la cucina riincontrammo il vecchietto che nel frattempo era stato raggiunto dalla moglie. Una tipica e gioviale signora Italo-Americana che ci invito` ad avere un caffe` con loro. Dopo il caffe` ci accomiatammo con l`intento che avrei parlato con mio padre per dargli una risposta. Uscimmo di casa e mentre ci incamminavamo verso la macchina chiesi all`agente come mai il mafioso non era in casa. Lui un po` sorpreso mi guardo` e mi disse " Perche` quel vecchietto che ci ha ricevuto che pensi chi sia?" Capii subito che quel gioviale anziano signore che ci aveva ricevuto era il famoso Capo di Dycker Heights. Ripresomi dalla sorpresa chiesi all`agente come mai un uomo cosi` potente e temuto era stato cosi` gentile con noi. Lui mi rispose che se con questa gente non hai niente a che farci sono le persone piu` cordiali che puoi incontrare. Se invece gli si fa` un torto allora e` bene guardarsi le spalle.