I Binari fra le Nuvole

Una mattina ho scavalcato il cancello che delimita la proprieta' dell'Ente Parco Maiella dove si trova la stazione FS di Cansano e in barba al divieto di accesso mi sono avviato verso i binari che traversina dopo traversina mi hanno condotto fino alla stazione FS di Campo di Giove in una passeggiata nostalgica ma ricca di spunti: a parte quelli di natura politico amministrativa dove c'e' pochissimo da aggiungere visto lo stato di abbandono delle strutture lungo il tracciato e lo spreco di denaro pubblico, questa esperienza e' stata per me l'anello di congiunzione tra il presente e il passato e tra Cansano e la mia America.

Io, Walter De Santis, Filippo Castellani e Luigi da Castelfidardo da piccoli ci recavamo spesso alla Stazione a giocare anche a bocce in un campo adiacente il garage dei treni proprio di fronte all'edificio della biglietteria, poi ci spostavamo lungo i binari sciorinando aneddoti e barzellette e scherzando a vicenda, come nelle scene e le avventure dei protagonisti dolcissimi del film Stand by me.

Quante volte avanti negli anni mi sarei ritrovato in America su un vagone panoramico a fissare l'oceano sulla linea San Diego Los Angeles, le Rocky Mountains del Colorado nel tratto Durango Silverton, visitare vecchie stazioni in Mississippi dalle parti di Clarksdale, o ascoltare il sibilo del treno dalla camera del Congres Hostel di Tucson In Arizona.

Allora non esisteva l'Iphone e quindi per ascoltare il Johnny Cash delle rotaie ci voleva il Sony Walkman e soprattutto una buona scorta di batterie stilo.

Quella mattina di agosto invece ho aperto le orecchie alle voci della natura intorno, che invece lungo la strada sono soffocate dal rumore delle automobili, ho spalancato gli occhi davanti a scorci mozzafiato su dai ponti o all'uscita delle gallerie o mi sono semplicemente emozionato all'odore tipico delle traversine: alzino la mano quanti non hanno montato mai una pista e comandato un treno in miniatura.

A fine gennaio tornero' a Norimberga per l'appuntamento con la Fiera piu' importante al mondo del modellismo e del giocattolo: ci sono plastici perfetti di ferrovie americane, tedesche e svizzere e ad esempio la miniatura del Big Boy che sbuffa come un vero treno.

E cosi' passo dopo passo pensavo agli hobos di Steinbeck o ai cansanesi imbarcatisi a Napoli per gli States dopo il lungo viaggio in treno, immaginavo queste vecchie costruzioni abbandonate lungo la linea da restituire al turista come struttura di ricezione o semplicemente dei workshop a tema di musica blues o mostra fotografica come avviene in Norvegia sulla linea ferroviaria Oslo Bergen.

Il vecchio, il consumato, il vissuto quindi il ragged, da non confondere con vintage o retro' che spesso sono sinonimi di pacchianeria, suscita sempre delle emozioni, stimolando il ricordo e la fantasia, ma oggi mi chiedo: cosa cazzo puo' produrre l'area della Stazione FS di Cansano come quella di altre stazioni sottratte alla disponibilita' della collettivita', rubate e chiuse dentro lavori di restauro di opinabile valore e nessuna sensibilita', e drammaticamente abbandonate? Quale spirito e gusto potra' mai beneficiare di codesto danno e schifo?

Tuttavia la passeggiata dello scorso agosto mi consente di esprimere un altro motivo di gratitudine verso Cansano e tutti i cansanesi, peccato pero' che piccoli e adolescenti oggi non possano "giocare a quella maniera" e invece limitarsi ai passatempi della piazza.

Grazie Rocco, e a te amico Aldo chiedo per favore di raccontarci delle casette in legno che costruivamo sugli alberi o delle macchinine sulle quail ci lanciavamo giu' per le discese di Cansano, come Luciano ha fatto con il racconto del cinema sotto la chiesa.

Love,

Christian