...............ESSERE EMIGRANTE

Essere emigrante, vivere in un paese che non e` tuo, ti porta immancabilmente a sperimentare cose o fatti che possono far male alla tua dignita` e alla dignita` del tuo retaggio. Quello che sto` per raccontare e` un episodio che mi capito` nel lontano 1962. Fu in quell`anno che mi arrivo` un avviso di pagamento di quasi 1400.00 dollari da un ospedale della citta`. Non capendo il perche` di quella cospiqua somma di denaro, che a quel tempo per metterli da parte voleva dire anni di risparmi, mi recai all`ufficio finanza dell`ospedale stesso. Mi fu detto che quella somma era per il sevizio medico che mio figlio ricevette nel momento della sua nascita. Rimasi sorpreso perche` io avevo un`assicurazione medica che, mi fu detto, copriva in pieno quel sevizio ospidaliero. Glielo feci notare e l`impiegata che mi stava aiutando mi rispose che anche loro la pensavano alla stessa maniera, ma che la mia assicurazione gli aveva comunicato che loro non avrebbero pagato perche` il bambino era meno di novanta giorni di eta`. A quel tempo anche questa enorme assurdita` poteva capitare. Non mi resto` altro che mettermi d`accordo con l`ospedale per pagare questa enorme somma con rate di 20 dollari la settimana. Per non far pesare troppo questa somma sul bilancio famigliare pensai di trovarmi un lavoro serale partime. Fu cosi` che per quasi un anno e mezzo andai ogni sera, per tre ore, a pulire una succursale della Chase Bank situata ad Avenue M in Brooklyn. Fu in questa banca che capii per la prima volta che in quegl`anni c`era ancora, nei nostri riguardi, un senso di pregiudizio errato ed offensivo. Per essere assunto dalla compagnia di pulizia dovetti sottopormi a tante investigazioni carattariali, morali e giudiziarie, se non eri al cento per cento pulito e responsabile non avresti avuto il posto di lavoro. Tutto questo per il direttore della banca, che tra l`altro era di origini Irlandese, sembra che almeno per noi Italiani non bastasse, tanto da sottopormi ad una meschina prova di onesta`. Io dovevo andare a lavorare in questa banca dopo il mio regolare lavoro, cioe` dalle sette alle dieci di sera. A quell`ora la banca era chiusa. Soltanto il Venerdi` avevano orario serale, ed era l`unica sera che potevo conoscere il personale ed il direttore di quella succursale. Quindi la prima sera per entrare in banca dovetti aspettare che il capo operaio del mio datore di lavoro venisse nel posto per darmi le spiegazioni necessarie e consegnarmi le chiavi della banca. Dopodiche` Lui mi lascio` ed io cominciai il mio lavoro. Ero solo e pensai di cominciare a pulire il dietro gli sportelli pubblici. La prima sorpresa mi arrivo` sin dall`inizio, difatti non appena cercai di svuotare il primo cesto di immomdizia notai che in mezzo a delle carte c`era una banconota di dieci dollari. Pensai che all`impiegata di quello sportello, molto probabilmente, senza volerlo, gli era scappato nel cesto. Presi quella banconota e la misi sopra la scrivania del direttore. Ritornai a lavorare e per mia sorpresa trovai altri soldi in varie parti di quel banco. In tutto trovai 60 dollari, che per me, in quel posto, per guadagnarli dovevo lavorare tre settimane. Scrissi una nota al direttore spiegandogli cosa era successo e dove avevo trovato quiei soldi. La sera seguente, in diverse parti della banca trovai  altri soldi, fu cosi` che chiamai il mio capo operaio per metterlo al corrente di quello che stava succedendo, e gli chiesi se questa era una prassi che si ripeteva in altre banche- lui mi rispose che per quello che lui sapesse non era cosi`- intutto continuo`- metti i soldi nella scrivania del direttore. Seguii i suoi ordini e tornai a casa. Il Mercoledi` e giovedi` non trovai niente nella banca, ma la sorpresa mi fu riservata nella sala riposo Fu li` che trovai una banconota di cinquanta dollari che io non avevo mai vista prima. In quel momento capii che stavano giocando sulla mia onesta`. Presi quella banconota e la misi in  tasca. Sapevo che il giorno seguente era venerdi` e quindi potevo per la prima volta incontrare gli impiegati ed il direttore della banca. La sera seguente entrando in banca mi recai direttamente verso la scrivania del direttore. Gli feci sapere chi ero e prima che lui mi dicesse qualcosa lo pregai di chiamare tutti i suoi impiegati. Lui mi rispose che non c`era bisogno, che se avevo qualcosa da dire lo potevo dire a lui stesso, e lui lo avrebbe riferito a tutti i suoi dipendenti. Fu cosi` che gli dissi- Signor McManus (era questo il suo nome) io vengo a pulirti questa banca per 20 dollari la settimana, non vengo qui ne` per raccogliere soldi da tutte le parti di questa tua banca ne` per rubare un centesimo dei tuoi soldi.  Ti riconsegno la banconota di cinquanta dollari che ho trovato ieri sera. Ora,da questo momento, se voi state mettendo a prova la mia onesta`, ebbene questo che avete fatto, se pur abominevole, dovrebbe essere abbastanza. Se invece tutto questo e` negligenza dei tuoi impiegati  allora sappi che questi vostri soldi andranno a finire tutti nell`immondiziario. Io sono qui` per pulire non per raccogliere soldi dai tuoi cesti d`immondizia. Continuai- se il mio nome o la mia nazionalita` ti danno fastidio non puoi far altro che licenziarmi, altrimente posso permetterti soltanto di darmi tutti gli ordini che vuoi se riguardano il mio operato, non permetto ne a voi, ne a nessun altro in questo posto di dubitare della mia onesta`. Lui rimase di sasso, per alcuni momenti non rispose, poi con un filo di voce mi disse -scusami- non prendertela con i miei impiegati, loro non c`entrano niente, la colpa e` tutta mia, se c`era bisogno di avere una lezione al riguardo, questa sera l`ho avuta-. Da quella sera non trovai piu` un centesimo in quella banca, quello che invece trovai fu il rispetto reciproco che si instauro` tra me ed il sig. McManus. Il giorno che pagai l`ultima rata all`ospedale fu anche l`ultimo giorno che lavorai partime. La sera del congedo tutti gli impiegati della banca furono cosi` gentili da farmi una festa a sorpresa.