Le Donne Cansanesi

   

Un'altra nevicata ha imbiancato per l'ennesima volta New York, mentre il freddo brutale che ci attanaglia per diverse settimane non accenna a diminuire. Siamo in un inverno gelido ed atipico che ci sta' procurando tanti problemi. Con giornate cosi' fredde che ci obbligano a rimanere in casa non ci resta altro che ripercorrere  per quello che la nostra memoria ci consente un momento nel tempo che ci aiuta a capire meglio la storia ed il carattere di chi ci ha preceduto. Qualcuno potrebbe dire che basta col passato e guardare solo al futuro. Ed ha ragione.  Ma dimenticare completamente il passato ci impone di dimenticare anche le nostre origini, E questo, per un paese cosi' piccolo come e' il nostro, vorrebbe dire perdere per sempre la nostra unica identita', il nostro retaggio, il nostro essere soltanto Cansanesi. Conoscere alcuni spiragli della vita difficile ma serena dei nostri antenati dovrebbe in qualche modo aiutarci a comprendere con piu' serenita' il momento difficile che il nostro paese sta' attraversando.

   

Ci aiuta a farci consapevoli che tempi come questo ci sono sempre stati e che la forza. l'ottimismo, la certezza che anche questa volta' passera' ci aiutera' a superarli con piu' determinazione. Nel Post precedente ho cercato di riportare alla luce alcuni aspetti della vita degli uomini Cansanesi nel periodo invernale degli anni del dopo guerra. Ho accennato fugacemente a cio' che le donne Cansanese facevano nel periodo invernale. Ho scritto brevemente delle giovani donne che nei pomeriggi domenicali si riunivano in case con un grammofono per ballare tra di loro. Non ho detto che erano tutte belle. Tante belle che una dozzina di loro colpirono il cuore di altrettanti giovani italo/americani di seconda generazione Cansanese che ritornando in paese le sposarono

portandole con loro in  America. Ho scritto in precedenti Post il ruolo importante che le donne hanno sempre avuto nelle famiglie cansanese. Sono sempre state la parte forte e determinata delle loro famiglia. Lo erano durante i faticosi mesi estivi, sempre vicine ai loro uomini nel portare avanti il duro lavoro dei campi, ed accudire in modo esemplare le loro case ed i loro figli.  Non erano da meno nei mesi invernali. Mentre i loro mariti si spassavano con qualche giocata a carte loro rimanevano a casa ad accudire le faccende del momento ed a recuperare tutte quelle che il lavoro estivo gli aveva fatto trascurare. Nelle serate invernali si riunivano intorno al focolaio con le loro figlie per impararle a ricamare le loro doti e ad usare l'uncinetto che gli permetteva di creare coperte ed altro che non erano altro che pure opere d'arte. Nei primi raggi di sole del mese di Marzo si recavano con un pesante fardello di panni da lavare, nei ruscelli della canale o valleacquara, in quel tempo in piena, per lavarli e sistemarli. Erano determinante nella lavorazione e preservazione della carne di maiale. E tante volte per non disturbare i loro mariti si alzavano presto la mattina per accudire anche i loro animali. Tutto questo ed altro ancora lo facevano con quella dignita', quella spontaneita' che le ha sempre distinte ed ammirate. Fare tutto questo non era per loro ne' un obbligo, ne' un dovere: era il modo di concepire il loro ruolo nel concetto famigliare di quel tempo.