L'ARRIVO

Come ho scritto nel mio precedente Post, ricordo del nostro primo impatto con la piccola comunita` che ci accolse. Prima restia nei nostri confronti, poi generosi ed ospitali per il resto della nostra permanenza tra loro. Ricordo una gentile signora che aveva una bella casa proprio all`entrata del borgo.

Ricordo la sua bonta` nel darci, specialmente nella prima settimana, quasi quotidianamente qualcosa da mangiare. Ricordo le sue mele appassite, le sue noci, le sue mandorle, la sua verdura, tutto ben di dio che ci permise di sopravvivere in quel periodo disastrato della nostra esistenza. Ricordo la signora che ci diete ospitalita` nella sua casa, prima in una rimessa di macchine agricole e poi in una retrostanza divisa in due che lei usualmente usava per fare pomodori ed altri conservanti di frutta e verdura che lei ricavava dalle sue terre. Ricordo mio padre che per disobblicarsi in qualche modo dalla loro generosita`, quando poteva, o meglio quando non c`erano in giro dei soldati tedeschi che specialmente nei loro ultimi giorni di occupazione erano diventati ancora di pui` cattivi e nervosi, cercava di rimettere a nuovo i loro tanti attrezzi agricoli che dovevano servire per l`imminente stagione lavorativa. Ricordo i miei amichetti del luogo, la loro spontanieta`, il loro affetto. E ricordo con tristezza un giorno terribile che segno` per sempre la mia giovane vita. Eravamo nella seconda meta` di marzo, forse il ventidue o ventitre del mese, io ed un mio amico decidemmo di farsi una camminata in mezzo alla campagna; una campagna che a quel tempo era come un manto trapuntato di colori, tanto verde, tanti alberi fioriti di variopinti colori, Una giornata splendita che si faceva vivere e gioire. Mentre giochevamo sotto un albero di mandorle in fiore sentimmo uno strano rumore che non riuscivamo a capire da dove veniva. Ad un tratto il sole si oscuro`, guardammo verso il cielo e vedemmo per la prima volta una moltitudine di aeri che sorvolavano sopra di noi. Impauriti e non sapendo cosa fare ci sedemmo per terra cercando di seguirli per capire cosa fossero e cosa stavano facendo.Per fortuna erano distanti da noi un paio di chilometri, quasi alla periferia di Sulmona. Per alcuni minuti si sentiva solo il rombo dei loro motori, poi d`improvviso, l`apocalittica, una miriade di cose che sembravano come palle cominciare a scendere dal cielo, boati trementi cominciarono a farsi sentire con una seguenza terrificante, fuochi che si accendevano dapertutto, Sulmona e d`intorni era sotto assedio da questi terribili macchine da guerra. Per alcuni minuti tutto divento` di un silenzio tombale, poi seguirono grida di dolore, sirene a tutto volume, ed odore di morte e distruzione. Fu uno dei piu` cruenti, e forse inutili bomberdamenti che le forze di liberazione fecero nel nostro territorio. I tedeschi che erano il bersaglio principale del loro attacco non erano piu` nel nostro territorio, si erano ritirati soltanto alcuni giorni prima, e le vittime, purtroppo, furono tutti degli ignari ed innocenti civili. Un episodio, un attimo di vita che per molti di noi che la dovemmo  subire rimarra` per sempre impressa nella nostra memoria. Continua